EB05--" IL MANUALE FREGA" MAI PARLARE DI DONNE, MA PARLARE SEMPRE CON LE DONNE
"Un Cuore Innamorato"
Marta aveva sempre pensato che le storie d'amore non dovessero essere troppo complicate. Non amava le cerimonie, i gesti teatrali, o le parole sdolcinate. Lei preferiva l'autenticità, la semplicità di una conversazione genuina, di uno sguardo che parlava più di mille parole. Ma, come spesso accade, le cose non vanno mai come te le aspetti.
Quando Alessandro entrò nel suo mondo, lei non si aspettava nulla di speciale. Era il nuovo collega, quello che aveva sempre la battuta pronta e il sorriso facile. Non era il tipo che Marta avrebbe mai immaginato potesse interessarsi a lei. Era più alto di quanto avrebbe voluto, con occhi così chiari che sembravano riflettere ogni luce della stanza. Ogni volta che si avvicinava per parlare, lei sentiva un leggero fastidio alla pancia, una sensazione di nervosismo che non riusciva a spiegare.
All'inizio, tutto sembrava solo amichevole. Parlavano durante la pausa caffè, si scambiavano battute sul lavoro, sulla vita di tutti i giorni. Poi, un giorno, mentre stavano discutendo della nuova strategia per un progetto, Alessandro le fece una domanda che la lasciò senza parole.
"Tu, Marta, come vedi la felicità?" le chiese, guardandola con uno sguardo che sembrava cercare qualcosa di più di una semplice risposta.
Lei rise nervosamente. "Felicità? Beh, non credo che sia qualcosa che si possa pianificare. Arriva, a volte, quando meno te lo aspetti."
Alessandro la guardò intensamente, come se stesse cercando di capire ogni sfumatura di ciò che aveva appena detto. "A me sembra che tu abbia una visione piuttosto pratica della vita. Ma ti sbagli, Marta. La felicità non è solo un caso."
Marta, colta di sorpresa dalla profondità di quella conversazione, cercò di ridere. "Forse hai ragione, ma io sono una persona pragmatica. Preferisco guardare la realtà in faccia."
Lui sorrise, ma non disse nulla. Quella conversazione, però, rimase nella mente di Marta. Iniziò a notare altre cose. Il modo in cui lui la guardava quando parlavano di argomenti più personali, il modo in cui faceva sempre uno sforzo in più per farla ridere. Non era mai invadente, ma c'era sempre qualcosa nei suoi occhi, un lampo di interesse che non riusciva a nascondere.
Poco a poco, Alessandro iniziò a fare piccoli gesti. Un messaggio la mattina per augurarle una buona giornata. Una battuta leggera durante una riunione che la faceva ridere. Un’offerta di aiuto quando Marta sembrava sopraffatta dal lavoro. Non era nulla di straordinario, ma a Marta iniziò a sembrare che ci fosse un sottotesto, una presenza che non riusciva a ignorare. Ogni piccolo gesto sembrava essere studiato per avvicinarla, ma senza forzature. Un corteggiamento sottile, come una melodia che si fa strada piano piano nell'aria.
Una sera, dopo una lunga giornata di lavoro, Marta si trovò a chiacchierare con Alessandro mentre aspettavano insieme l'autobus per tornare a casa. Fu un momento tranquillo, senza le pressioni della routine quotidiana.
"Non pensi mai che la vita possa essere più semplice, a volte?" chiese lui, guardando il cielo che si faceva scuro.
Marta lo guardò sorpresa. "Come intendi?"
"Non lo so," rispose lui, "forse dovremmo smettere di complicare tutto. Siamo sempre così concentrati su quello che dobbiamo fare, su come dovremmo essere, che dimentichiamo di vivere veramente."
Le parole di Alessandro la colpirono. Forse non si trattava solo di parole. Forse lui stava cercando di dirle qualcosa che non riusciva a esprimere con altre parole. Forse il corteggiamento non era fatto di fiori o di gesti plateali, ma di questi piccoli momenti, di questa voglia di rendere ogni conversazione qualcosa di più profondo.
Quella sera, mentre tornavano a casa, Marta si sentì improvvisamente più vicina a lui. Non c'era stato un momento clamoroso, nessun bacio rubato o dichiarazione d'amore. Ma qualcosa stava cambiando. Quella sottile danza tra loro due, quel corteggiamento delicato e silenzioso, stava costruendo qualcosa di vero.
Nei giorni successivi, Marta si accorse che pensava a lui più spesso di quanto volesse ammettere. C'era una parte di lei che temeva che Alessandro fosse solo un altro di quei ragazzi affascinanti che passano nella vita senza lasciare traccia. Ma poi, ad ogni incontro, ad ogni sorriso, si rendeva conto che c'era qualcosa di diverso in lui. Un interesse genuino, una curiosità che andava oltre l'apparenza.
Un pomeriggio, mentre si trovavano di nuovo da soli a parlare del lavoro, Alessandro si fermò un attimo, come se stesse per dire qualcosa di importante. Marta lo guardò, un po’ ansiosa.
"Tu credi nell'amore a prima vista?" chiese lui, improvvisamente.
Marta rimase per un attimo senza parole, sorpresa dalla domanda così diretta. Poi, sorridendo un po' nervosamente, rispose: "Credo che l'amore sia qualcosa che cresce, che si costruisce. Non penso che possa accadere tutto in un istante."
Alessandro la guardò con un sorriso che sembrava più di una risposta. "Sì," disse, "penso anche io. Ma a volte, ci sono quei momenti che ti fanno capire che qualcosa sta iniziando, anche senza parole."
E in quel momento, Marta capì. Non c'era bisogno di gesti grandiosi o parole sofisticate. Il corteggiamento di Alessandro non era fatto di fuochi d'artificio, ma di piccole cose, di sguardi e di parole scelte con cura. E, in qualche modo, lei lo stava cominciando a sentire, a capirlo, a volerlo.
Il cuore di Marta aveva iniziato a battere un po’ più forte, ma senza fretta. Perché, a volte, le cose più belle non hanno bisogno di essere forzate. Arrivano piano, come una melodia che non si riesce a smettere di ascoltare.